Tra i compiti di un legale specializzato nel diritto condominiale rientrano anche l'elaborazione, la rettifica, la modifica e la supervisione delle tabelle millesimali.
Fugare ogni dubbio su questo punto è fondamentale, sia per gli amministratori sia per gli abitanti di un edificio condiviso. Le quote calcolate, infatti, si riferiscono ai corrispettivi dovuti per le esigenze della proprietà comune. La definizione degli importi e della loro regolare cadenza di versamento devono seguire le direttive della Riforma del Condominio, approvata nel 2012 ed entrata in vigore l'anno successivo. Tuttavia, va ricordato che la materia in oggetto è sempre in evoluzione a livello normativo, pertanto richiede continui aggiornamenti.
Solo in questo modo si elimina alla radice ogni possibilità di contenzioso, nel pieno rispetto dei rapporti di vicinato. In questa breve guida analizzeremo gli aspetti più importanti da tenere in considerazione in tale contesto.
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Tipi di tabulati
L'esistenza delle tabelle millesimali, com'è noto a qualsiasi avvocato esperto in condominio, si basa su due tipi di proprietà:
- esclusiva, ossia relativa al singolo appartamento;
- comune.
Le quote che ogni partecipante deve saldare fanno riferimento non soltanto al valore del proprio spazio privato e all'estensione della superficie, ma anche alla frequenza di utilizzo delle parti condivise (scale e ascensore) e del riscaldamento. Altri contributi da considerare nel calcolo sono quelli previsti per il servizio di portierato, per l'illuminazione e la pulizia dell'ingresso, nonché eventuali spese per il tetto, in presenza di conformazioni particolari.
Utilità delle tabelle millesimali
Come già anticipato, queste ultime aiutano a definire le somme che i proprietari dei singoli appartamenti devono pagare per gli spazi in condivisione. Un'immediata ripercussione di tutto ciò è l'importanza che ciascun condomino riveste nelle decisioni prese in sede di assemblea.
A tale scopo esistono più tipologie di tabelle, ognuna contrassegnata da una lettera dalla A alla G. I dati riportati devono trovarsi anche negli allegati al contratto di compravendita relativo all'immobile. Ferme restando le possibilità di modifica o di rettifica, tale parametro rimane invariato perfino nella stipula di successivi accordi.
Perché rivolgersi a un legale?
Secondo le statistiche, bisognerebbe sottoporre a revisione o a rielaborazione ex novo gran parte dei tabulati. In molti casi, questi non risultano opportunamente aggiornati o sono riferiti a immobili il cui valore è variato di almeno 1/5 rispetto a quello originario.
Per calcolare le quote millesimali è indispensabile conoscere e leggere senza difficoltà le planimetrie degli immobili. Tuttavia, tale abilità non basta per elaborare le tabelle in modo corretto. Le variabili in gioco sono talmente tante che occorre una certa attitudine alla schematizzazione per ottimizzarle.
Pur essendo un compito che non richiede un titolo di studi accademico (a volte è un geometra ad occuparsene), la scelta più saggia è quella di affidarsi a un Avvocato esperto in Condominio, come i professionisti di www.consulenzalegaleitalia.it.
Il team, con sedi a Padova e a Milano, offre supporto in tutti i campi del diritto e in qualsiasi situazione critica, sia per le persone fisiche che giuridiche. Inoltre, il sito web dello studio mette a disposizione tante guide da consultare, tutte improntate sul principio della corretta informazione.
La soluzione al problema
La normativa che definisce le disposizioni in materia si trova all'interno del Codice Civile. Dal momento che esso viene aggiornato di anno in anno, occorre conoscere le ultime novità sul tema, per ottenere risultati sempre affidabili.
I criteri per il calcolo, infatti, fanno riferimento sia alla Circolare Ministeriale LL.PP. N. 9836 del 4 dicembre 1964, nella quale non è previsto l'uso di coefficienti correttivi, sia al successivo LL. PP. 12480/66, alla portata anche dei non addetti ai lavori.
Tuttavia, nonostante sia comodo e rapido, quest'ultimo decreto offre gli strumenti per un metodo approssimativo e, in quanto tale, non adatto ad ogni situazione. È da sottolineare, inoltre, che in linea di principio l'iter si complica con l'aumento del numero degli abitanti di uno stabile. Come norma generale, se i condomini sono più di 10, è obbligatorio istituire un regolamento sull'utilizzo delle parti in comune.
Al giorno d'oggi esistono svariati mezzi per velocizzare l'intera prassi, ad esempio l'utilizzo di software studiati per smaltire questa incombenza. Tuttavia, ciò non significa che il supporto di un legale sia superfluo, ma solo che l'ausilio di un programma può snellire la procedura. Si tratta, quindi, di un aiuto che non sostituisce un professionista del settore.