Gres e gres porcellanato potrebbero sembrare molto simili, eppure ci sono differenze anche sostanziali tra di loro. Pur derivando dallo stesso concetto e dagli stessi materiali, il gres porcellanato è l’ultima frontiera dei rivestimenti ceramici per il pavimento che permette grandi possibilità di personalizzazione a prezzi vantaggiosi.
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Simili ma diversi
Il primo gres ad essere stato prodotto in grande scala non è stato il gres porcellanato, quello che oggi viene prodotto da ditte specializzate e di qualità e che si può trovare anche nelle principali catene, ma il gres rosso. Un materiale molto diffuso a partire dagli anni Trenta del XX secolo, specialmente negli edifici pubblici, per il fatto che riusciva a resistere in ogni situazione, gelo compreso. Il gres rosso viene prodotto ancora oggi, ma è diventato un prodotto molto di nicchia, venduto a quantità molto basse.
È, tuttavia, possibile vederlo ancora in molto luoghi pubblici sotto forma di piastrelle molto piccole, e solitamente di forma rettangolare. La causa del suo declino è dovuta al fatto che a queste ottime caratteristiche di durata e resistenza, opponeva una fase di produzione in cui non raramente si deformava rendendo impossibile la realizzazione di piastrelle più grandi o di altre forme.
Naturalmente, il gres rosso non c’entra quasi niente con il gres porcellanato che oggi domina il settore, se non per la caratteristica principale del gres – anch’essa però che va scomparendo: non ha smaltatura. Infatti, sia nel gres rosso che in quello porcellanato è il colore de supporto. È, cioè, colorato in pasta e questo è un ottimo dettaglio perché se si scheggia la piastrella non si nota, dato che il colore interno è lo stesso di quello della superficie.
Le caratteristiche del gres porcellanato
Il gres porcellanato ha, come detto, una realizzazione diversa dalle altre ceramiche, e presenta caratteristiche tutte sue:
- Ha un coefficiente di assorbimento dei liquidi molto basso: quindi è difficile macchiarlo e ha una maggiore resistenza al gelo, che di solito è ciò che d’inverno porta alla rottura delle altre piastrelle (il gelo è acqua ghiacciata che penetra nella struttura e si espande).
- Come detto, è colorato in pasta e quindi come il gres rosso in caso di graffi o schegge non si noterebbero. Di solito il colore del gres porcellanato è beige, ma le recenti tecnologie hanno permesso di fare tante variazioni cosicché oggi è possibile ottenere qualsiasi tipo di tonalità e colorazione.
- È durissimo. Provando a forare una piastrella in gres porcellanato il risultato sarà che bisognerà buttare tutto quello che si è usato nel tentativo. A meno che non si possieda una punta diamantata.
- Il gres porcellanato è così chiamato perché contiene una percentuale consistente di caolino, una pietra bianca che si usa per la produzione della porcellana.
Perché si chiama gres?
Ma che cosa vuol dire “gres”? È un termine che risale alla parola greificazione, ovvero un processo chimico molto particolare che avviene durante la cottura delle argille di questa ceramica, e che non è presente nelle altre piastrelle. È un fenomeno che ai più è meglio noto come vetrificazione.
Di fatto il gres ha una caratteristica molto simile al vetro: come lui è totalmente impermeabile, ed è questo che succede nel processo di greificazione. La piastrella, infatti, quando cuoce acquista l’impermeabilità, e una volta cotta non lascia passare neanche una goccia d’acqua con il vantaggio di essere molto più dura del vetro.