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Bonus facciate 2021, interventi sulla facciata esterna degli edifici

Tra i diversi incentivi che il Governo italiano ha previsto per affrontare questo difficile periodo economico e sociale, una delle più interessanti per gli italiani è il cosiddetto bonus facciate. Il provvedimento, già valido per il 2020, è stato prorogato fino al 31 dicembre del 2021 all’interno della nuova legge di Bilancio e prevede la possibilità di ristrutturare la facciata esterna della propria abitazione o del condominio dove si vive, potendo usufruire di un rimborso sotto forma di detrazioni fiscali a partire dal 90% per arrivare fino al 110%, grazie al superbonus.

 

Che cos’è il bonus facciate

La casa, come sappiamo, è uno dei beni a cui gli italiani sono più affezionati, per cui non sorprende che tra le varie iniziative che il Governo ha messo in campo nel tentativo di limitare i danni della pandemia di Covid-19, alcune riguardino proprio il nostro patrimonio edilizio. Il principale provvedimento che coinvolge il settore immobiliare è il già citato bonus facciate, un’iniziativa che, oltre ad aiutare i beneficiari, ha lo scopo di riqualificare le città e curarne il decoro, spesso messo a dura prova da anni di abbandono e degrado. In pratica, grazie a questo provvedimento, chiunque abbia bisogno di ristrutturare la facciata della propria abitazione potrà recuperare quasi tutto l’investimento nell’arco di dieci anni, come detrazione Irpef sulle successive dichiarazioni dei redditi. Dunque, se, per esempio, si devono spendere 50.000 €, tramite il bonus facciate se ne riavranno almeno 45.000, ossia il 90%. La cifra viene spalmata in dieci anni e inserita, sotto forma di detrazione fiscale, nelle varie dichiarazioni dei redditi. Nel caso, invece, si proceda, oltre alla ristrutturazione della facciata, anche al cosiddetto cappotto termico, allora le detrazioni possono arrivare al 110%.

 

Quali immobili possono beneficiare del bonus facciate?

Uno dei fattori fondamentali del bonus facciate è che può essere applicato a qualsiasi tipo di immobile. L’incentivo, infatti, è valido per tutte le abitazioni (tipologia A1, A2, A3 ecc.), per i negozi, per le fabbriche, per i magazzini, per le cantine e per i garage. L’unica limitazione è che ciascuno di questi edifici rientri nelle Zone A e B previste dalle categorie catastali e in base alle indicazioni contenute all’interno del decreto ministeriale n. 1444/1968. Se l’immobile non appartiene direttamente a tali categorie, deve comunque risultare assimilabile, in base alle normative previste dalla Regione di appartenenza e ai regolamenti edilizi del Comune in cui si trova.

Per chi non sapesse come controllare questi requisiti, le soluzioni possono essere due: rivolgersi a un professionista in grado di effettuare i controlli necessari, oppure contattare direttamente l’ufficio tecnico comunale. Sono, invece, esclusi dall’accesso al bonus tutti quegli edifici in fase di costruzione o sottoposti a ricostruzione o demolizione.

 

Chi può beneficiare del bonus facciate?

Un altro importante vantaggio del bonus facciate è che può essere richiesto da tutti, sia, quindi, da persone fisiche che dalle società e dagli enti pubblici e privati, i quali, però, non devono svolgere un’attività commerciale. Gli unici a essere esclusi dal provvedimento sono coloro che possiedono redditi a imposta sostitutiva (regime forfettario) o sono assoggettati a tassazione separata. Il bonus, inoltre, può essere richiesto sia dai proprietari che dagli inquilini dell’immobile, i quali, peraltro, non devono obbligatoriamente essere residenti in Italia.

incentivi immobili
Tabella su tutti gli incentivi per gli immobili, la durata, le percentuali e i tetti di spesa.

Quali lavori rientrano nel bonus facciate e quali no?

I lavori che rientrano nel bonus facciate sono diversi, si parte dalla semplice pulitura o tinteggiatura della facciata esterna del palazzo o della casa e si arriva al consolidamento o miglioramento degli elementi che costituiscono la facciata stessa. Inoltre, sono compresi anche i lavori per la pulitura, tinteggiatura o consolidamento e miglioramento dei balconi, delle persiane, dei fregi e degli ornamenti presenti sulla facciata e gli interventi sulle grondaie e su tutti gli impianti. In pratica, qualunque elemento faccia parte della parte esterna della casa o del palazzo, purché sia visibile dalla strada, rientra nel bonus. Infine, nel rimborso sono comprese anche le spese per gli eventuali ponteggi dei lavori, lo smaltimento dei materiali e il pagamento per i diritti di segreteria, la parcella per il professionista incaricato, l’IVA e le varie perizie tecniche.

Riguardo, invece, i lavori che sono esclusi dal bonus, questi sono inerenti agli interventi effettuati sugli spazi interni dei palazzi, come i cortili o le chiostrine, la sostituzione degli infissi, quindi finestre, cancelli, portoni ecc., nonché delle grondaie o delle antenne e ogni tipo di intervento effettuato sul tetto dello stabile.

 

Qual è l’importo massimo detraibile?

Al contrario di altri bonus previsti dal Governo in questo periodo, quello sulle facciate non prevede alcun limite massimo detraibile, in quanto tutto deriva dal proprio gettito IRPEF. Se, per esempio, si spendono 100.000 euro per ristrutturare la faccia della propria abitazione, si avrà comunque un rimborso pari al 90%, quindi 90.000, i quali saranno detratti per dieci anni dalla dichiarazione dei redditi, quindi si otterrà una detrazione di 9.000 euro all’anno. Il problema potrebbe sorgere nel caso in cui una persona non versi all’Agenzia dell’Entrata almeno la cifra del rimborso, perché, in questo caso, la cifra che rimane fuori verrà persa. Tornando all’esempio sopra, se si ha diritto a una detrazione di 9.000 all’anno, ma si versano 5.000 euro di tasse, i restanti 4.000 euro andranno persi.

 

Come ottenere il bonus facciate

L’unica discriminante per accedere al bonus facciate è che ogni pagamento inerente ai lavori avvenga tramite bonifico, sia bancario che postale, dentro cui devono essere inserite determinate informazioni, ovvero la causale del versamento stesso, il codice fiscale di chi beneficerà della detrazione, la Partita Iva o il codice fiscale di chi effettuerà i lavori, che sia una ditta o un singolo professionista, e la dicitura “lavori di restauro facciata ai sensi dell’art. 1, commi 219-224, Legge 160/2019”. Un altro modo per ottenere il bonus facciate è tramite lo sconto in fattura e la cessione del credito: in questo caso, il committente cede il suo credito d’imposta al fornitore del servizio, il quale opererà uno sconto sulla fattura e lo andrà a recuperare sotto forma di detrazione dall’anno successivo. La cessione del credito potrà essere sia totale che parziale, a seconda degli accordi tra le due parti.

 

Quali documenti conservare?

Quando si decide di accedere al bonus facciate è importante conservare alcuni documenti da esibire in caso di eventuali controlli. Questi riguardano, in particolare, tutte le fatture inerenti ai lavori, tutte le ricevute dei bonifici effettuati a favore del fornitore del servizio e tutte le eventuali ricevute inerenti al pagamento delle tasse sugli immobili. In caso i lavori vengano effettuati in un condominio, a questi documenti vanno aggiunti la delibera d’approvazione dell’assemblea dei condomini e la tabella di ripartizione della spesa. Se, invece, i lavori vengono richiesti da un affittuario, questi dovrà avere prima il consenso del proprietario dell’immobile.